Parrocchia Mosso Santa Maria

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La Parrocchia di Mosso

Tra arte e storia

La Parrocchia di Mosso


                              Mosso fu nel passato la più importante rettoria della pieve di S. Maria di Cossato,  da cui ereditò anche il titolo dell’Assunzione della Madonna. Ancora nel 1185 formava con Veglio e Mortigliengo una sola cura e una sola "vicinia", cioè una parrocchia e gli abitanti di questi paesi convenivano tutti alla Chiesa di Mosso. Nel 1289 Mortigliengo si svincola da Mosso, mentre Veglio, Crocemosso e Vallemosso rimangono uniti ad esso. I confini della parrocchia rimangono invariati fino al XVI secolo, ossia fino a quando, nel 1528, Veglio si stacca da Mosso ed è seguita da Crocemosso nel 1534 e da Vallemosso  nel 1666. Le parrocchie di Veglio e di Crocemosso, comunque, vengo per tutto il cinquecento considerate membri della parrocchia di Mosso.

                            

  Il territorio di Mosso presenta un particolare esempio di scissione amministrativa non seguito da quella religiosa; infatti, pur formandosi due nuovi comuni, nel 1742, quello di Pistolesa e di Valle Superiore, queste due entità amministrative non raggiunsero mai l’indipendenza religiosa.
                            Mosso ottiene il fonte battesimale dalla pieve di Cossato probabilmente fin dal secolo XIV.
                            Nel 1542 viene aggregata al capitolo di Santo Stefano di Biella.

                    

                   Il 29 gennaio 1572 il cardinale Guido Ferrero, Vescovo di Vercelli, erige la chiesa parrocchiale di Mosso in "Vicaria perpetua", assegnandole una dote di otto scudi oltre i redditi ordinari, e nomina, su presentazione del capitolo di Biella, il primo vicario perpetuo Don Bartolomeo de Gubernatis di Camandona.
                  L’ aggregazione al Capitolo di Biella fu fonte di numerose e lunghe liti legate alla nomina del parroco di Mosso. La prima iniziò nel 1593 e si concluse nel 1604. Nel 1617 i mossesi chiesero al Capitolo di rinunciare ai diritti sulla loro chiesa; il 25 novembre dello stesso anno vi fu la rinuncia formale, dietro versamento, da pare degli abitanti di Mosso, della somma di 800 scudi. Da quel momento il diritto di patronato passò al comune e agli "uomini" di Mosso.

                  

                     Il 24 novembre 1627 la transazione  venne approvata dal pontefice. Gli abitanti di Mosso non fuono in grado di pagare al Capitolo quanto richiesto e dovettero pertanto versare per un anno forti interessi che furono causa di nuove liti con il Capitolo stesso, che si conclusero solo nel 1701.
              Nel 1672 venne fissato, con atto rogato not. Bartolomeo Sella, il modo in cui il diritto di patronato dovesse svolgersi. Il comune e i capifamiglia di Mosso avrebbero scelto, con libere votazioni, quattro candidati da presentare al Vescovo, il quale avrebbe scelto tra essi il più idoneo. Tale diritto venne attuato con gli stessi canoni fino agli inizi dell’ Ottocento, quando i si rinunciò per beneficare del regio aumento di congrua.
                E’ importante notare che le visite pastorali, dal 1575 al 1771, forniscono numerose informazioni sulla parrocchia, sulla presenza di compagnie religiose ( dei santi Carlo e Ambrogio, Rosario, Cintura, Carmine, Suffragio ecc.) e sul progressivo sviluppo della stessa, sulle trasformazioni dell’ edificio della chiesa e sui parrocchiani.


La sintesi sopra esposta è stata tratta da Mosso, La B.V. Assunta, un percorso di fede e d'arte, edita nel 2003 su un progetto dell'Associazione "La finestra sull'arte"

Per conoscere la storia integrale della Parrocchia di Mosso Santa Maria, tratta dall'Opera Omnia di don Lebole, cliccare qui.










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