Parrocchia Mosso Santa Maria

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Biellese

Il Biellese in crisi
Aprile 2006
_______________________________________________________ Rovagnati don Carlo Maria

Anno 1968 : un inferno nel Biellese, l’alluvione !
Anni  2000 e seguenti : crisi senza precedenti nel Biellese…..
All’alluvione è stata data una risposta …solo Biellese : " La rinascita ha dimostrato la forza delle nostre risorse, non abbiamo cercato aiuto da nessuno "  ( affermava un protagonista di rilievo  di quei giorni ) ! Oggi lo sforzo per affrontare la crisi è di nuovo ricercato, ma questa volta con maggior difficoltà, nelle risorse locali…tuttavia pare che le speranze legate a questo processo non siano più così rassicuranti. E si annaspa nell’incertezza convincendosi che comunque si troverà la strada ! I fatti del Biellese hanno ancora una volta tonalità di disagio e di destabilizzazione. Le cause ?  E’ da tempo ormai che anche in questa direzione si fanno analisi, statistiche, confronti….e di cause se ne trovano ormai tante. Ma c’è una ragione che forse non è presa in considerazione e chissà, magari potrebbe essere illuminante :
"..perciò vennero imposti dei sovrintendenti ai lavori forzati per opprimerli coi loro gravami e così costruirono per il Faraone le città deposito. Gli Egiziani resero a Israele amara la vita costringendoli a fabbricare mattoni di argilla, e ad ogni sorta di lavori nei campi : li obbligarono con durezza…" ( Esodo 1,8-14) e ancora "…non date più la paglia per fabbricare i mattoni…si procureranno la paglia da sé, ma dovete esigere il numero di mattoni che facevano prima, senza ridurlo. Pesi dunque il lavoro su questi uomini!...e li bastonavano"  ( Esodo 5,6-17). Il testo si riferisce alla situazione di Israele in Egitto.
Schiavi…sì ma di che cosa? E facile dire del Faraone.. ma chi è costui? Oh sì le ricerche storiche ci riportano a stabilire l’epoca e la persona rispondente al Faraone…ma il valore del testo è un altro. Chi è il Faraone?  E’ l’Egitto ! Terra di benessere, tale da porsi come risposta alle situazioni di disagio delle povertà…Israele è lì, perché era stato spinto dalla carestia. Ma a che prezzo ? Il benessere è di proprietà del Faraone, il potere umano, portato al limite…il Faraone è dio! E quando si dice dio, non si intende qui una realtà trascendente, ma si intende una realtà che è risultanza di ogni potere terreno…terre, raccolti, soldi, esercito, carri da guerra ecc….e per l’uomo il potere delle cose terrene divinizzano la persona. Il ricco è riverito, divinizzato; il re, il sovrano è divinizzato…chi ha posti di responsabilità è riverito, talvolta anche a sproposito, ma non perché abbiano qualcosa di trascendente, ma solo perché hanno ricchezze e poteri terreni…..Ma nel momento in cui Israele tenta di organizzare la propria identità di popolo, il divino Faraone interviene e il potere, un tempo di aiuto, diventa un potere tiranno, schiacciante….si rompe l’equilibrio tra lavoro, sopravvivenza, identità…….e Israele è costretto a dichiararsi schiavo per tenere ancora stretta la fievole speranza della sopravvivenza e della propria identità. Il Faraone si pone come l’assoluta necessità  del vivere per Israele…e ne gode il Faraone che addirittura impone l’uccisione dei figli maschi, perché sono pericolo al suo potere e lui decide la vita dell’uomo …l’identità d’Israele deve essere cancellata !
Ma allora chi è il Faraone ?  E’ la follia dell’uomo inebriato dalla forza esercitata dal possesso delle cose terrene...le quali, usate da questi uomini che anelano alla "divinizzazione"   diventano strumenti di schiavitù, di oppressione…di negazione di sopravvivenza e di identità di coloro che chiedono solo di poter vivere dignitosamente in quella libertà iscritta nel cuore dell’uomo. E la follia dell’uomo è resa concreta col potere del denaro ( non nel senso semplicemente della moneta, ma nel senso di potere forte delle cose terrene…..quello che Gesù dirà: "Mammona" ) . Perciò anche il lavoro, il denaro stesso, ( che serve comunque al vivere sulla terra ), la terra con le sue risorse, l’identità, la sopravvivenza…non daranno mai equilibrio se usati da chi adora mammona nel proprio cuore ! Il lavoro non può diventare schiavitù, perché è il risultato dell’espressione più alta dell’essere uomo…ma se il lavoro diventa di mammona…l’Egitto continua anche qui…Chissà che si possa riconoscere anche oggi quel Mosè che ha faticato a far capire che il Dio d’Israele, anche se non visibile è l’unico Dio che garantisce l’equilibrio della vita dell’uomo sulla terra. La promessa è una terra rigogliosa ( la Terra promessa ). E quel Mosè, per noi, è l’uomo crocifisso dalla follia di uomini divinizzati dal potere religioso, politico, economico e " che non sanno quello che fanno" …ma il nostro Mosè, il Crocefisso ha sconfitto la morte inflitta dal potere umano…è il Risorto! E la sua presenza ci interpella come risposta allo squilibrio tra  lavoro,  sopravvivenza e identità..." Non potete servire Dio e mammona", "senza di me non potete fare nulla, chi non raccoglie con me disperde "…perché lo squilibrio è nel cuore dell’uomo e solo Lui ne garantisce la guarigione.


 
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